La partecipazione si esprime con il voto, non con la violenza

Andiamo a votare e basta.
I tempi sono duri. Sono duri per chi vive di stipendio, figuriamoci per chi il lavoro non ce l’ha o lo cerca con grandi difficoltà. La crisi e il fenomeno migratorio mostrano il lato più difficile della globalizzazione, che avrebbe dovuto essere occasione di speranza e democrazia diffusa e invece esaspera disuguaglianze e accentra sempre di più il potere economico e finanziario. I riflessi sono pericolosi, perché rischiano di intaccare le fondamenta delle democrazie occidentali. Le tensioni sociali quindi possono fare il gioco di chi ha una visione orientata al conflitto sociale, fino a concepire la violenza come espressione della soluzione ai problemi, come leggo sui giornali che riportano casi di accoltellamenti e pestaggi a militanti di una o dell’altra parte. Lo so che il voto rischia di non essere più vissuto come strumento di partecipazione di una società, ma non c’è alternativa allo strumento principale di democrazia. Andiamo a votare, usiamo il nostro vero strumento di espressione democratica, non altro, nient’altro.